Dichiarazione di adesione alle giornate di astensione dalle attività di udienze civili e penali dal 21 al 25 febbraio 2017.
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Signor Ministro della Giustizia
Alla Commissione di Garanzia sullo sciopero
Ai Sigg.ri
Presidenti di Corte d’Appello
Roma, 11 febbraio 2017
Dichiarazione di adesione alle giornate di astensione dalle attività di udienze civili e penali dal 21 al 25 febbraio 2017.
- Il contrasto con gli impegni assunti con il Parlamento e con le conclusioni del tavolo tecnico raggiunte sulla disciplina dei magistrati in servizio.
A seguito delle allarmanti notizie oramai diffuse in relazione ai contenuti della realizzanda attuazione della Legge Delega n. 57/2016, la categoria intera ritiene mortificate le previsioni di riforma della magistratura onoraria ivi contenute ed oggetto di trattative al tavolo tecnico con i rappresentanti della Magistratura Italiana.Al riguardo non si può non rilevare la grave anomalia dovuta al fatto che, nonostante il Ministro non avesse adottato alcun provvedimento in merito, alcuni magistrati addetti all’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia, nell’ambito di corsi di formazione della Scuola Superiore della Magistratura, hanno riferito che il decreto attuativo avrebbe previsto il taglio della retribuzione per i magistrati in servizio (pari a quasi mille Euro al mese), con riduzione dell’utilizzo (una udienza a settimana) e della durata dell’incarico rispetto a quanto previsto nella legge delega.Con comunicato del 06 febbraio il Ministro ha preso le distanze da tali affermazioni, non precisando, però, nulla sul contenuto del provvedimento, sulla sorte che sarà destinata ai magistrati in servizio ed in particolare sulla durata dei mandati.A tutt’oggi, inoltre, non vi è alcuna garanzia che verranno rispettati gli impegni presi dal governo il quale aveva dato parere favorevole nella seduta n. 615 di giovedì 28 aprile 2016 alle raccomandazioni n. 9/3672/8 a firma dei Deputati Tartaglione. Giuseppe Guerini e Greco e n. 9/3672/17 a firma dei deputati Molteni, Guidesi e Invernizzi (entrambe approvate dalla Camera dei Deputati) che impegnano il governo a garantire ai magistrati onorari “una retribuzione annua lorda non inferiore ad Euro 36.000,00”, come importo minimo della componente fissa, al netto degli oneri di previdenza.Sempre nella medesima seduta, era approvato l’ordine del giorno n. 9/3672/9 a firma dei Deputati Giuseppe Guerini e Greco, con parere favorevole del Governo che impegnava il Governo a “svincolare la retribuzione dei magistrati onorari dal fondo e a reperire le risorse economiche idonee ad assicurare ai magistrati onorari una retribuzione che sia costante e non soggetta a riduzioni imprevedibili”.Il Ministro aveva garantito che avrebbe provveduto a convocare il tavolo tecnico prima di procedere alla adozione dei decreti delegati per definire le questioni tecniche della retribuzione e della previdenza. Tale impegno è stato rinnovato nel corso della Festa della Giustizia tenutasi a Genova il 03.09.2016.
La mancata convocazione del tavolo tecnico, oltre a costituire un grave fatto politico, si pone in aperta violazione dell’obbligo della previa consultazione delle parti sociali di cui al paragrafo 3 della clausola 4 (principio di non discriminazione) della Direttiva 1999/70/CE, ponendo così lo Stato italiano nel rischio dell’attivazione di una procedura di infrazione.
- Le problematiche del lavoro collegate alla riforma.
La nostra riforma non è soltanto una riorganizzazione della magistratura onoraria, ma un banco di prova della politica e del governo in materia di lavoro, con la conseguenza che un eventuale provvedimento che non garantirà la necessaria tutela retributiva e, in genere, lavorativa ai magistrati onorari in servizio, diverrà, il ‘manifesto della politica sul lavoro’ di chi lo ha emesso e approvato.Un intervento normativo che prevedesse una riduzione drastica della retribuzione per i magistrati onorari in servizio e della durata del loro incarico, avrebbe un imprevedibile effetto politico per chi sostiene questa linea.Prevedere che dei magistrati onorari, vincolati dagli oneri previsti dall’Ordinamento Giudiziario e penalizzati dall’enorme mole di lavoro, che non hanno avuto la possibilità di costruirsi una carriera lavorativa, né hanno goduto di previdenza o tutele per venti anni, possano essere ‘messi in mezzo ad una strada’, con una retribuzione che non consente di garantire il sostentamento a quasi cinquemila famiglie, costituirebbe una presa di posizione politica ben precisa sul tema della tutela dei diritti dei lavoratori e che condizionerebbe tutte le altre iniziative.Il governo e le forze politiche che sosterranno questa impostazione non potranno più affermare credibilmente di voler garantire il lavoro e i diritti dei lavoratori con le conseguenze del caso, anche in termini contenzioso giurisdizionale.L’astensione dalle udienze, nel pieno rispetto del codice di autoregolamentazione dello sciopero, è stata una inevitabile conseguenza in assenza di garanzie per i diritti dei magistrati onorari i quali per quasi vent’anni hanno svolto le funzioni senza avere alcuna tutela lavorativa.La protesta che inizieremo non sarà unicamente una battaglia per la categoria della magistratura onoraria, ma per tutti i lavoratori.
La scrivente associazione non è schierata a favore né contro alcuna forza politica o di governo, ma quale politica potrà dire agli italiani di essere in grado di risolvere il problema dell’occupazione del nostro paese quando la soluzione che ha prospettato per la magistratura onoraria è quella di tagliare, di più della metà, le retribuzioni e poi ‘licenziare’ magistrati ad una età che non gli consentirà di entrare nel mercato del lavoro?
Quale forza politica e di governo potrà affermare di tutelare il diritto dei lavoratori e di garantire una dignità nello svolgimento dell’impiego qualora non garantirà una retribuzione in grado di consentire il sostentamento a quasi cinquemila famiglie di magistrati onorari che hanno svolto il servizio per vent’anni, senza alcuna tutela previdenziale ed assistenziale?
Se per chi opera nell’ambito della giurisdizione con funzioni giudiziarie la previsione è il taglio degli stipendi fino a circa 1.000,00 Euro al mese con cessazione improvvisa del rapporto di lavoro, cosa accadrà agli impiegati, agli operai?
E’ questo il modello per la disciplina del lavoro, che riguarderà tutti gli italiani?
- Le problematiche per gli Uffici del Giudice di Pace, i Tribunali e gli Uffici di Procura.
La previsione generale dell’utilizzo della magistratura onoraria per una volta a settimana e con conseguente carico ridotto rispetto al magistrato togato pone gravissimi problemi organizzativi a tutti gli Uffici Giudiziari.Attualmente i giudici onorari (GdP e GOT) svolgono in media ciascuno quindici udienze al mese, mentre i vice procuratori onorari arrivano anche a 4/5 udienze settimanali ciascuno, stante il carico di lavoro attuale presso gli uffici giudiziari e di procura.L’utilizzo della magistratura onoraria, secondo la previsione, comporterebbe la necessità di quadruplicare come minimo il numero dei magistrati onorari (GdP, Got e Vpo) rispetto agli attuali.Il completamento degli organici per consentire di attuare tale progetto non potrebbe essere realizzato nel breve tempo, stante la non sostenibilità finanziaria di una spesa immediata che comporterebbe il quadruplicarsi degli attuali stanziamenti al capitolo di bilancio.La conseguenza sarà il collasso degli Uffici Giudiziari, perché l’utilizzo ridotto della magistratura onoraria avrebbe l’effetto di causare il blocco degli uffici giudiziari.
Questa situazione sarebbe particolarmente aggravata per gli Uffici del Giudice di Pace e determinerebbe il sostanziale arresto dell’attività giurisdizionale, stante l’assenza di magistrati a tempo pieno che possono svolgere funzioni giurisdizionali.
Ma il timore concreto è anche e soprattutto per tribunali e procure, nei quali – tanto nel settore civile quanto in quello penale – l’utilizzo dei magistrati onorari (GOT e VPO) è determinante per l’abbattimento dei carichi pendenti, come dimostra anche la circolare 07.12.2016 del CSM con cui (in senso diametralmente opposto rispetto al paventato contenuto dell’emanando decreto legislativo) è stato indicato ai capi degli uffici di procedere ad un maggiore utilizzo degli stessi.
Per questi motivi il Direttivo della Confederazione Giudici di Pace dichiara di aderire alle giornate di astensione proclamata in data dall’Unione Giudici di Pace e dall’Associazione Nazionale Giudici di Pace per le giornate dal 21 al 25 febbraio prossimi.
Il Direttivo della Confederazione Giudici di Pace