«Senza i magistrati onorari la giustizia si paralizza»
Il procuratore De Nicolo polemizza con la posizione dell’Anm. La sua proposta: assumerne una parte a tempo pieno
28 Aprile 2017
«Senza i magistrati onorari la giustizia si paralizza. Questo è il messaggio che l’Anm avrebbe dovuto fare arrivare alla politica. Non valutazioni puramente tecniche su un concorso pubblico per tutti, bensì l’inserimento di colleghi con esperienza e anzianità. Abbiamo decisamente perso una buona occasione per combattere al loro fianco». È una scelta di campo netta quella che il procuratore della Repubblica di Udine, Antonio De Nicolo, ha adottato rispetto alla polemica che, in questi scorsi, ha visto già il collega di Torino, Armando Spataro, stigmatizzare il sindacato delle toghe all’indomani del parere dato sulla riforma della magistratura onoraria (costituita dai got, ossia i giudici onorari di tribunale, dai vpo, ossia i vice procuratori onorari, e dai giudici di pace). «Rischiamo di ripetere l’errore prospettico compiuto già quando si trattava di cogliere e intervenire per tempo sulla drammatica scopertura e sull’invecchiamento del personale amministrativo – afferma De Nicolo –. Sbagliamo a non fare capire alla classe politica che per noi non è per niente funzionale frammentare l’attività degli onorari. L’interesse dell’ufficio non è di averne tantissimi, ma un numero adeguato, che lavori accanto ai togati, svolgendo con continuità l’attività di udienza e quella di studio del procedimenti per i reati meno gravi». Era stato proprio De Nicolo uno dei procuratori capo che, lo scorso 15 febbraio, avevano partecipato a Roma a un incontro ristretto con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, (oltre a lui, i colleghi di Torino, Milano, Napoli, Firenze e Barcellona Pozzo di Gotto) per affrontare il nodo della riforma della magistratura onoraria. E già in quell’occasione, era arrivata sempre da lui la proposta per una possibile soluzione al problema. «Facciamone degli assistenti-magistrati, con qualifica simile o poco più alta di quella funzionariale che già abbiamo – ha suggerito anche ieri, ispirandosi al modello adottato a Klagenfurt –. Si potrebbe pensare a un loro inserimento a tempo pieno in Procura: il nostro ufficio ha una scopertura di venti posizioni e quindi ci sarebbe un margine economico per stipendiarne un numero congruo. Il termine onorario ha in sè un significato di provvisiorietà che non trova più corrispondenza nei fatti. Eppure, il rischio è di renderli ancora più precari degli stagisti». La prova provata dell’importanza del lavoro svolto dagli onorari, che a Udine sono 15, arriva dal bilancio 2016: una cinquantina di udienze al mese, tra giudice di pace e giudice monocratico, e 3.500 procedimenti penali trattati. «Se a quelle udienze dovessimo andare noi togati – la conclusione di De Nicolo –, non avremmo più il tempo di seguire buona parte delle indagini». (l.d.f.)
Fonte: messaggeroveneto.gelocal.it