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Prigionieri della Sea e dell’Alitalia nel rispetto della procedura! Ovvero: Come impegnare 15 ore per tre ore di riunione! Ovvero: Povero il nostro bello e amato sud Italia!

Rifiutando a priori la logica che ci vuole tutti servi acquiescenti, ritengo doveroso riportare, con imparziale cronologia, quanto accaduto in occasione di un viaggio di lavoro che io e i miei collaboratori abbiamo effettuato negli scorsi giorni e, più precisamente, il giorno 29 maggio 2003, onde denunciare l’inaccettabile e tedioso “modus operandi” sia della compagnia che gestisce l’aeroporto di Malpensa: la SEA, sia della compagnia di bandiera: l’Alitalia con cui avevamo prenotato i voli necessari ad espletare un importante impegno di lavoro.

Ma veniamo ai fatti!

Come ben saprete, noi milanesi, avevamo un bellissimo ed efficiente aeroporto, situato nelle immediate vicinanze della tangenziale, cosa questa che ci permetteva di spostarci, con sufficiente agio, su tutto il territorio nazionale. Ma poi, qualche anno fa, qualche geniale nostro amministratore, pensò, in nome del progresso e del crescente business legato al trasporto aereo, di creare una mega struttura, iper tecnologica, che il mondo tutto ci avrebbe invidiato per efficienza ed innovazione.

Così il 29 maggio u.s., dovendomi recare con alcuni collaboratori in terra di Calabria, dopo aver debitamente prenotato per tempo i biglietti aerei, che prevedevano la partenza del nostro volo per le ore 9.30 del 29 maggio, invece di svegliarmi alle 7 – 7.30 come avrebbe richiesto il caso in cui il volo fosse partito dal buon vecchio Linate, mi sono alzato che ancora era buio, nonostante l’ora legale, perché il solo trasferimento a Malpensa richiede un vero e proprio viaggio il cui esito, per via del traffico delle tangenziali, è sempre del tutto incerto al punto, che il buon senso, richiede giustificati ampi margini di tempo in grado di prevedere, oltre alla notevole distanza, anche i soliti ingorghi che puntualmente caratterizzano la viabilità milanese. Così mi sono svegliato alle 5.30, onde poter iniziare il viaggio di trasferimento all’aeroporto di Malpensa alle 6.30 nella speranza di poter evitare il traffico del mattino ed arrivare in tempo per il previsto volo. Dopo i soliti cantieri, rallentamenti ed ingorghi, alle ore 8.00, siamo arrivati all’aerostazione e, dopo aver parcheggiato nel labirintico garage ed aver preso dovuta nota del settore e del numero in cui avevamo lasciato la nostra vettura, onde poterla poi ritrovare al rientro (guai a coloro che non annotano i su menzionati dati), ci siamo recati alla biglietteria per ritirare i biglietti anzitempo prenotati e pre pagati.

Giunti quindi in prossimità di quest’ultima, abbiamo ritirato, dall’apposito distributore, il ticket con il numero progressivo che determina, numericamente, la posizione nella fila di persone che debbono espletare tale formalità e ci siamo messi ad osservare il tabellone elettronico con cui, gli operatori della biglietteria, determinano, appunto mediante la su decritta numerazione, il turno di accesso agli sportelli. Dopo circa 15 minuti di inutile, indirizzata, attenzione al display del tabellone, dopo aver notato che gli addetti, con impeccabile efficienza, continuavano a chiamare solo a gran voce numeri che non rispondevano perché riferiti a persone evidentemente non presenti e dopo aver preso atto della saccente polemica che gli stessi avevano ordito contro un passeggero che aveva osato chiedere spiegazione di un tale incomprensibile comportamento foriero di altrettanto inaccettabili ritardi, per altro giustificando tale suo intervento con la necessità di poter reperire il biglietto visto l’approssimarsi dell’ora del decollo, ci siamo recati dal responsabile del servizio onde ottenere dovute spiegazioni e i tanto agognanti biglietti.

Vi risparmio la pena di tale incontro, sta di fatto che abbiamo finalmente raggiunto l’operatore allo sportello il quale, dopo aver verificato sul terminale, ci disse che i biglietti erano stati prenotati ma, non pagati! E questo, a causa di un rifiuto, o disguido che dir si voglia, che il centro di Palermo aveva, inspiegabilmente, comunicato nella notte rifutando, per chissà quale ragione il pagamento anticipato dalla nostra agenzia. “Sante” carte di credito! Pensate cosa sarebbe successo se non avessimo avuto la carta! Comunque, abbiamo pagato la tratta Malpensa – Lamezia Terme e finalmente, dopo solo 40 minuti, abbiamo ritirato i tanto agognati biglietti.

Sono le 8.40. In tutta fretta, ci rechiamo al check in per le formalità di rito. Dopo la solita fila ci presentiamo alla graziosa signorina la quale, con un disarmante sorriso, ci informa che a causa di un guasto nella rete nazionale i computer non funzionano. Faccio cortesemente presente che il nostro volo parte alle 9.30 e che saremmo già dovuti essere al gate per le operazioni di imbarco. La signorina, con rinnovato senso di impotenza, mi risponde: “la manderei direttamente al gate ma sarebbe inutile, vedrà che l’aereo, visto il guasto della rete, avrà comunque ritardo e vi aspetterà”.

Che dire? Che fare? Aspettiamo! Speriamo! Finalmente dopo altri 15 minuti i terminali riprendono a funzionare e possiamo espletare le dovute formalità con cui ci viene assegnato il posto. Frettolosamente ci rechiamo al previsto gate di imbarco e li, attoniti, scopriamo che il volo partirà con 20 minuti di ritardo, alle 9.50.

Bene, anche il tempo di un caffè! Passano le 9.30 , le 9.50 e la preoccupazione torna ad annebbiare i nostri pensieri rivolti all’importante impegno di lavoro, all’autista che ci aspettava all’aeroporto onde condurci a Catanzaro. Cresce lo scoramento e cresce la rabbia per tanti inaccettabili disservizi. Finalmente alle 10.10 l’altoparlante richiama i passeggeri del nostro volo all’imbarco immediato, altra fila e poi, finalmente, alle 10.20 siamo a bordo dell’aeromobile. Avvertiamo quindi il nostro ospite di Catanzaro del ritardo pregandolo di mandarci la vettura un’ora dopo l’orario altresì previsto.

Mi tolgo la giacca, fa caldo! L’aereo e colmo all’inverosimile. C’è un signore distinto che, visibilmente seccato, sosta in piedi nelle vicinanze del portellone. La gente passando lo urta ed egli chiede all’hostess di poter avere finalmente il suo posto, posto che per un ennesimo disservizio è stato assegnato ad altra persona. La hostess lo rassicura invitandolo a sistemarsi in un posto libero quattro file più indietro. Sembra tutto risolto quand’ecco una signora corpulenta, anch’essa visibilmente accaldata, gli si avvicina mostrandogli la ricevuta proprio per il posto che gli era stato appena assegnato costringendolo, non senza giustificato imbarazzo, ad alzarsi nuovamente raccattando le proprie cose e a spostarsi nuovamente vicino al portellone. L’hostess si scusa invocando pazienza.

Il tempo passa! Sono le 10.35 ed un tecnico sale per aggiustare una cintura che si era guastata. Io, preoccupato per l’incontro di lavoro, chiedo cortesemente alla signora S. D. A., responsabile del volo, come mai non partiamo e a che ora prevedono tale partenza. Questa, con aria insofferente ed invocando le “procedure”, mi risponde che la partenza è prevista per le 12.30! A questo punto, accompagnato dal crescente mormorio degli altri attoniti passeggeri, faccio energicamente presente che abbiamo pagato per avere un servizio che deve essere assolto nei tempi previsti e che questo inaccettabile ritardo rischia di compromettere l’importante impegno di lavoro, ma la signora, quasi seccata, mi invita a stare calmo invocando nuovamente le procedure. Stare calmo! Stare calmo come? Perché dovrei stare calmo su un aereo il cui volo è stato strapagato e dove stiamo letteralmente cocendo per l’insopportabile caldo! Dico veementemente alla signora che tale comportamento sarà oggetto di un mio minuzioso articolo che pubblicherò su tutti i portali a mia disposizione onde informare i cittadini sul bel servizio che la, cosiddetta, compagnia di bandiera, riserva ai suoi clienti, informandola che intendo sporgere querela onde aver risarcito gli eventuali danni che tale comportamento inevitabilmente mi causerà.

C’è grande agitazione, le hostess e gli stuart offrono acqua ai passeggeri sempre più accaldati e ormai del tutto insofferenti. Anche il signore senza posto trova, dopo energiche rimostranze, la sua definitiva collocazione. Sono le 11.25 ed il pilota ci comunica che, “miracolosamente”, abbiamo il benestare per la partenza. Si chiudono gli sportelli e si armano gli scivoli.

Partiamo! Arriviamo a Lamezia Terme alle 13,00 circa e mentre uno di noi aspetta i bagagli, io e Walter ci rechiamo alla ricerca del capo scalo per farci certificare il ritardo e l’ora di arrivo onde poter poi dar seguito alla denuncia di rito. Ma la signora L., responsabile dell’ufficio, è assente. Due tecnici intenti in operazioni di manutenzione ci informano che è andata a prendere un caffè. Aspettiamo! Sono le 13.25 e non si vede nessuno! Parliamo con un altro addetto il quale ci dice che la dottoressa è andata tre minuti fa a prendere un caffè! Ma quali tre minuti ! Walter, che è vicino a me, assume, a causa dell’ira, colorazioni che vanno da rosso al viola intenso, decido di desistere e lo invito a lasciar perdere.

Alle 14.15 arriviamo al nostro appuntamento a Catanzaro, ma non abbiamo più il tempo che avevamo preventivamente pianificato, anche perché, l’unico aereo disponibile, parte alle 18.50, quindi, alle 17 siamo costretti ad accomiatarci dal nostro ospite pianificando un ulteriore incontro nel prossimo futuro. Mentre ci rechiamo all’aeroporto i miei due compagni di viaggio parlano della negatività degli eventi che ci sono occorsi e del ritardo che, inevitabilmente, quanto accaduto, provocherà nella realizzazione del nostro progetto di lavoro.

Piove. Io guardo fuori dal finestrino e penso a come, di fatto, sia isolata questa bella terra il cui paesaggio scorgo dal vetro dell’auto in corsa. Penso che ci sono più voli per la Romania che per la Calabria! Penso a tutti i proclami che odiamo in campagna elettorale sulla necessità di recuperare il sud, sulla disoccupazione…….! Penso alle potenzialità di questa bella terra e alla sua gente e alla difficoltà nelle comunicazioni di cui oggi, sono stato incolpevole testimone.

Arriviamo a Lamezia alle 17.40, salutiamo il cortese autista e ci avventuriamo nell’aerostazione. Solita prassi, questa volta i biglietti ci sono e non sembra vi siano ulteriori intoppi. Solito check in e poi seduti, aspettando che l’altoparlante annunci l’avvio del “boarding”. Nel nostro stesso gate, Lamezia ha solo 4 gate, è in fase di imbarco il volo per Linate e tutto sembra regolare. Ma ecco, una voce dall’altoparlante informa che a causa di un violento temporale in corso su Linate, il volo subirà un imprecisato ritardo. Anche il nostro volo, per logica conseguenza subirà ritardo! Solo 35 minuti! Alle 7.25 finalmente partiamo. Arriviamo a Roma Fiumicino dopo le 20 e io già mi preparo per le scuse e le giustificazioni che dovrò rendere, per l’involontario ritardo, all’amico Alfonso che mi ha cortesemente invitato ad una cena di lavoro a casa sua.

Nel tragitto parlo con Walter, Nicola distrutto è andato a riposare. Ci confrontiamo sulla logica di un tale disservizio, sui soldi pagati e sulle tante angherie subite, sull’arroganza con cui i vari operatori hanno tentato di giustificarle, sulla scarsità ed approssimazione del servizio. Decidiamo di darne conto pubblicamente, sperando che coloro a cui compete il superiore compito delle leggi, decidano di porre rimedio a quanto sopra descritto, nel rispetto di quel famoso articolo della Costituzione, a me tanto caro, ma haimè, sempre più disatteso, che sancisce la sovranità del Popolo Italiano! Una sovranità di cui noi Cittadini dobbiamo riappropriarci onde non consentire a chicchessia di trattarci, ancorché paganti, quali miseri silenti servi! Proprio come è accaduto nell’odierno viaggio.

Franco Antonio Pinardi