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L’Anm <> i giudici onorari

Senza concorso pubblico non si può passare alla stabilizzazione

Milano, 25 Aprile 2017

Giudici Onorari ai ferri corti con l’Anm. Quest’ultima, sabato nella riunione del comitato direttivo, ha approvato un parere, peraltro sollecitato dal ministro della Giustizia Andre a Orlando, che chiude le porte a qualsiasi ipotesi di stabilizzazione dei magistrati onorari ora in servizio. Adesso e in futuro, a legislazione vigente, naturalmente.

Perchè, si legge nel documento dell’Associazione nazionale magistrati, <<è ostativo al reclutamento dei magistrati onorari in servizio l’assenza di un pubblico concorso, che è elemento qualificante della struttura dell’ordine giudiziario, a garanzia dell’autonoma e dell’indipendenza della magistratura togata, come disegnata dalla Costituzione, come disegnata dalla Costituzione (articoli 101, 104 e 106 Costituzione) e rigidamente interpretata dalla Corte costituzionale>>.

Di più. Per l’Anm, anche allargando l’orizzonte a quanto stabilito, anche di recente in sede europea, le conclusioni sono le stesse. Infatti, osserva il parere, la giurisprudenza della Corte di giustizia europea è concorde nel ritenere che, anche se quando è riscontrato un abuso nell’utilizzo dei contratti a termine nel pubblico impiego (e potrebbe essere il caso dei magistrati onorari, il cui incarico, di proroga in proroga, è arrivato sino al 2017), la violazione non dà luogo a una conversione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato; piuttosto, semmai, può leggittimare una richiesta di risarcimento del danno. Si tratta, chiosa Anm, di una ricaduta del vincolo costituzionale del concorso pubblico, per effetto del quale è introdotta una distinzione tra rapporto di lavoro pubblico e privato. In questo senso, ancora, ricorda Anm, milita poi la decisione del Comitato europeo dei diritti sociali presso il consiglio d’Europa del 16 novembre scorso, che punta semmai il dito contro la discriminazione rispetto ai magistrati di ruolo sul versante delle tutele previdenziali e assistenziali, comprendendo in quest’area, ovviamente, il diritto alla pensione, alle ferie, e una ragionevole retribuzione in caso di malattia e maternità.

Argomentazioni soprattutto conclusioni che hanno fatto andare su tutte le furie le organizzazioni rappresentative dei magistrati onorari che, in una nota congiunta, dopo aver sottolineato che Anm accetta le iscrizioni dei magistrati onorari senza dare loro il diritto di voto, contesta l’abbondanza di argomentazioni utilizzata e l’assenza invece di una riflessione sul recente parere del Consiglio di Stato (che pure ha dato contro dell’impossibilità di utilizzare i decreti delegati della riforma in discussione) che si è richiamato al precedente della legge 217 del 1974 come esempio utilizzabile dal legislatore per pensare a qualche forma di stabilizzazione.

Quanto all’asserita assenza di un concorso pubblico, la nota della magistratura onorari mette invece in evidenza come un concorso pubblico in realtà è stato superato al momento dell’accesso e poi, in occasione dei diversi rinnovi dei mandati tutte le figure di toghe onorarie sono comunque soggette a una valutazione di professionalità e produttività. E poi, se Anm ha ricordato alcune pronunce o prese di posizione di organismi europei, la nota avverte che a breve potrebbe essere aperta una procedura di infrazione con conclusioni vincolanti per tutti gli organi giurisdizionali italiani.

La palla sembra così tornare nel campo del ministero della Giustizia. Orlando, pochi giorni fa, rispondendo in Aula alla Camera a un question time, ha fatto presente che la volontà del Governo è quella comunque di procedere all’esercizio della delega sulla riforma, unica prospettiva di intervento complessivo tenendo presente certo la “via stretta” segnalata dal Consiglio di Stato.

Fonte: ilsole24ore.it