Il nostro Operato

Il nostro programma

1) Professionalizzazione
  • Il Giudice di Pace è soggetto ad un tirocinio di sei mesi particolarmente gravoso.
  • Durante il tirocinio il G. di P. non viene retribuito, nonostante l’impegno quotidiano.
  • I formatori (magistrati di carriera e G. di P. anziani) spendono tempo ed energie per la formazione dei tirocinanti Giudici.
  • Negli otto anni di funzione il Giudice matura esperienza e professionalità.
  • Tutto questo ha un notevole valore economico e culturale, che senza una maggiore stabilità temporale della funzione viene perduto.
  • L’Associazione chiede che i periodi temporali di limite alla funzione di G. di P. divengano rinnovabili a richiesta.
2) Competenze

L’Associazione si rende disponibile a perseguire legislativamente l’aumento delle competenze sia per materia che per valore.In considerazione dell’enorme arretrato della Giustizia civile e penale italiana, l’Associazione è pronta a qualsiasi tipo di aumento delle competenze, anche temporaneo.

Tuttavia, stante la celerità e le peculiarità del processo innanzi al G. di P., l’Associazione propone che vengano assegnate al G. di P. tutte le cause civili, aventi come ricorrente soggetti particolarmente deboli, quali ad es. handicappati, non vedenti ed invalidi civili (sopra il 46%): per questi soggetti il processo civile è inadeguato e per la sua lunghezza talmente costoso da apparire una denegata giustizia (es. un handicappato che chiede la rimozione di una barriera architettonica che gli impedisce di accedere agevolmente alla propria abitazione, può attendere circa sei anni per la definizione in primo grado).

Anche le questioni relative a discriminazioni razziali e religiose, dovrebbero essere devolute ad un Giudice più celere e più vicino al cittadino, perchè sono diritti che non tollerano lunghezze e costi eccessivi, per la loro tutela.

Si ritiene che il G. di P. sia maggiormente idoneo alla risoluzione di queste istanze di giustizia dei cittadini, anche per la valenza conciliativa tipica del rito di pace.

3) Autonomia e Autogoverno

La nostra associazione propone una riforma legislative che vada nel senso dell’autonomia nei confronti della magistratura togata e di autogoverno possibilmente su base regionale. A questo punto sarebbe innovativo proporre in Italia un Consiglio della Giustizia di Pace strutturato e composto come segue:

  • su base regionale
  • 1/3 composto da membri eletti dai cittadini della regione a suffragio universale;
  • 1/3 composto da membri eletti dai giudici di pace tra i giudici di pace;
  • 1/3 composto da membri eletto dal Consiglio Regionale.

Questo modello, tarato e sperimentato, renderebbe effettivo l’art.101 della Cost., ci avvicinerebbe ai modelli giudiziari più moderni e democratici, andrebbe nel senso sempre più richiesto dai cittadini di devoluzione su base regionale.

Oltre a ciò all’Associazione piace l’idea di un coordinatore eletto dai Giudici tra i Giudici.

4) Adeguatezza Strutture e Personale

Pur nella consapevolezza che tutta la Pubblica Amministrazione versa in condizioni di ristrettezze, l’Associazione chiede adeguati mezzi perchè i G. di P. possano svolgere dignitosamente la propria funzione. A questo proposito le risorse potrebbero essere reperite, anche in misura di molto superiore alle necessità, attraverso l’attribuzione di funzioni notarili ai G. di P. sul modello del notaio pubblico anglosassone.

5) Trattamento Economico

La nostra associazione propone l’aumento dell’indennità fissa e un trattamento più equo per i procedimenti definiti nonché l’istituzione di una previdenza non rifiutando però ai propri il sistema del cottimo legato alla produttività del Magistrato.

L’associazione ritiene inoltre necessario l’adeguamento periodico dei compensi.


10 Febbraio 2004: Progetto di riforma: Il Presidente della Confederazione Giudici di Pace, Avv. Stefania Trincanato e il Segretario Generale, Franco Antonio Pinardi hanno consegnato, nel corso della odierna udienza con le altre associazioni dei Giudici di Pace, il testo del disegno di legge sull’ ordinamento del Giudice di Pace, al Signor Ministro della Giustizia, On. Sen. Roberto Castelli.